Battaglia di Landriano

Battaglia di Landriano
parte della guerra della Lega di Cognac
Alabarda di fabbricazione tedesca ritrovata a Landriano
Data21 giugno 1529
LuogoLandriano
EsitoDecisiva vittoria imperiale
Schieramenti
Regno di Francia
Repubblica Fiorentina
Ducato di Milano
Sacro Romano Impero
Impero spagnolo
Comandanti
Francesco di Borbone-Vendôme
Giangirolamo Castiglioni
Guido Rangoni
Claudio Rangoni
Alessandro Gonzaga
Antonio de Leyva
Ludovico Barbiano da Belgioioso
Brunoro Gambara
Effettivi
6.000 fanti francesi
2.500 lanzichenecchi
2.000 fanti italiani
centinaia di cavalieri francesi
alcuni pezzi d'artiglieria
sconosciuti
Perdite
7.000-8.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri
catturata l'intera artiglieria e tutti i carriaggi
lievi
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La battaglia di Landriano, che ebbe luogo il 21 giugno 1529 a Landriano vicino a Pavia durante la guerra della Lega di Cognac.

Le principali cause della sconfitta dei francesi furono la defezione del capitano genovese Andrea Doria, che entrò al servizio degli imperialisti, e il fallimento dell'assedio di Napoli del 1528, a seguito della peste le cui vittime furono, tra gli altri, il generale francese Lautrec e Pietro Navarro.

Battaglia

All'alba del 21 giugno l'esercito francese guidato da Francesco di Borbone-Vendôme iniziò ad attraversare il Lambro presso Landriano dov'era accampato da quattro giorni. L'avanguardia, costituita da 2.000 fanti e comandata da Guido Rangoni, passò il fiume. Proprio mentre il corpo principale dell'esercito e la retroguardia si apprestavano a passarlo, 600 cavalieri imeperiali usciti da Milano assaltarono quest'ultima venendo contrastati dalla controparte francese. Gli imperiali a questo punto simularono una ritirata verso un luogo prestabilito dove si erano appostati 1.000 archibugieri. La retroguardia francese e la cavalleria li inseguirono e così caddero nell'imboscata. Colta di sorpresa, la cavalleria francese tentò di ritirarsi ma fu imbottigliata dai suoi stessi lanzichenecchi che vennero travolti e si diedero ad una fuga disordinata similmente ai fanti italiani e francesi. Gli imperiali riuscirono così a catturare Francesco di Borbone-Vendôme, Giangirolamo Castiglioni, Alessandro Gonzaga, Claudio Rangoni (ferito da un colpo di lancia alla spalla mentre cercava di attraversare un fossato) e un gran numero di capitani francesi e italiani. Dopo aver annientato la retroguardia, gli imperiali si diressero contro il corpo principale francese che non aveva ancora oltrepassato il fiume e fu sbaragliato. Tutta l'artiglieria e i carriaggi caddero in mano al nemico e la sola avanguardia riuscì a rifugiarsi a Pavia.[1]

Conseguenze

I prigionieri furono portati a Cassano e spogliati delle armi. La battaglia segnò la fine delle ambizioni di Francesco I su Milano. Carlo V, che era stato eletto imperatore, ma non era ancora stato incoronato dal Papa, riuscì ad ottenere la sua consacrazione a Bologna tra il 22 e il 24 febbraio 1530 grazie a questa vittoria e a strappare alla Francia l'umiliante trattato di Barcellona (29 giugno 1529). Questa sconfitta portò alla firma della pace di Cambrai.

Note

  1. ^ Sanudo, pp. 545-546.

Bibliografia

  Portale Guerra
  Portale Rinascimento
  Portale Storia